Tassa concessione governativa: si può chiedere il rimborso

La tassa di concessione governativa è stata dichiarata illegittima per cui è possibile chiedere il rimborso.

Tassa concessione governativa: si può chiedere il rimborso

Non tutti sanno che esiste una tassa che tutti i possessori di un telefono cellulare sono tenuti a pagare ogni mese allo Stato Italiano: la cosiddetta tassa di concessione governativa o TCG.

Questa tassa introdotta nel 1995 ammonta a 12,91 euro al mese per gli intestatari di contratti cellulari business e 5,16 euro per quelli privati. Ultimamente si è fatto un gran parlare di questa ennesima tassa sulle spalle dei contribuenti italiani, proprio perché tale tassa è stata dichiarata illegittima.

La commissione tributaria del Veneto, con le sentenze n.33 del 2 aprile 2012, n.5 del 10 gennaio 2011, e anche la Commissione Tributaria di Perugia con la sentenza 15 febbraio 2011 n.37 hanno dichiarato tale tassa illegittima, a seguito dell'entrata in vigore del nuovo codice delle telecomunicazioni. Addirittura si fa notare che questa sarebbe dovuta essere abolita già diversi anni fa, infatti risale al 2003 l'entrata in vigore del nuovo codice delle telecomunicazioni.

Proprio grazie a queste due sentenze è intervenuto il Codacons promuovendo un'azione legale, la cosiddetta class action affinché i cittadini possano ottenere il rimborso per questa tassa pagata ingiustamente. Andando sul sito internet del Codacons è possibile trovare un modulo che gli utenti possono scaricare ed inviare tramite raccomandata con ricevuta di ritorno alla propria compagnia telefonica, allegando una copia delle fatture e delle ricevute di pagamento.

Coloro che volessero ottenere la restituzione della TGC pagata ingiustamente negli ultimi tre anni potranno farlo seguendo le indicazioni che troveranno sul sito dell'associazione a tutela dei consumatori: si possono ottenere sino a 185,76 euro, nel caso di abbonamento ad uso privato (5,16 euro per 26 mesi) e 464,76 euro per i contratti business (12,91 euro per 36 mesi) .

C'è da dire però che stando a quanto dice l'associazione di Confindustria che riunisce le compagnie telefoniche (Assotelecomunicazioni-Asstel), le sentenze della commissione tributaria riguardano la pubblica amministrazione quindi soltanto gli enti locali e non i privati cittadini per cui si ritiene che tali sentenze non possano essere interpretate in via estensiva anche per i privati. Se si prende per buona questa versione appare quindi improbabile per i cittadini riuscire ad ottenere il rimborso di questo "balzello" versato ingiustamente.

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