Smartphone con il grafene, rimangono carichi molto più a lungo

Il grafene è la nuova frontiera della tecnologia smartphone: a Trieste hanno scoperto come sfruttarlo

Smartphone con il grafene, rimangono carichi molto più a lungo

Se alla fine dell'anno ci saranno più smartphone che umani sulla faccia della terra, un motivo ci sarà. L'utilità di poter telefonare, mandare sms, navigare in internet, ascoltare musica e usare le numerose app disponibili è incomparabile. La parte più difficile, se non si hanno le idee chiare, è di capire quale smartphone si vuole, confrontando le offerte disponibili in base ai servizi di cui abbiamo bisogno.

Le possibilità di scelta che oggi ci offre il mercato, infatti, sono quasi infinite. Bisogna solo confrontare i tipi di offerte proposte da Samsung, piuttosto che da iPhone o da altri operatori. Quello che rimane certo è l'avanzamento tecnologico dei cellulari del giorno d'oggi, a tal punto che a Trieste è stata sviluppata una tecnologia che sfrutta le capacità di conduzione del grafene.

La novità è stata sviluppata da Alessandro Baraldi, docente di fisica all'Università di Trieste, e responsabile, sempre a Trieste, del laboratorio di scienze delle superfici presso il Centro elettra sincrotrone. Lo studio è stato una collaborazione di ricercatori provenienti da diversi paesi oltre all'Italia, quali Regno Unito, Danimarca e Spagna.

Per i nuovissimi smartphone non si può che parlare dei numerosi valori aggiunti che offrono a chi li usa. Il primo è decisamente la durata della batteria, che rientra nelle principali preoccupazioni di chiunque esce di casa la mattina e non sa bene a che ora tornerà. Avere la sicurezza di sapere che il telefono non si scaricherà fino alla mattina dopo è un fattore rilevante.

Ma le batterie dei nuovi smartphone come fanno a durare di più? Grazie appunto al grafene, erede del silicio e sottile come un atomo. Oltre a questo, è anche un ottimo conduttore di corrente a temperatura ambiente. Praticamente è stata riscoperta l'acqua calda. Soprattutto perché all'Università di Trieste hanno capito come fare ad sfruttarlo nel modo giusto.

Perché il grafene, che, se utilizzato nei dispositivi elettronici, deve necessariamente essere combinato con altri metalli, tende a subire un'alterazione della struttura che lo rende meno efficiente. Ma l'avanzamento delle nanotecnologie e un approfondito lavoro in questo ambito hanno portato a scoprire che l'ossido di alluminio è l'unico materiale che non altera la struttura, né riduce le potenzialità di conduzione energia elettrica del grafene.

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