Display 3D per smartphone e tablet in arrivo

Allo studio schermi per dispositivi portatili in grado di offrire immagini 3D senza l’uso di occhialini

Display 3D per smartphone e tablet in arrivo

I ricercatori della Hewlett-Packard Laboratories di Paolo Alto, in California, si stanno velocemente avvicinando ad importanti risultati. Sono infatti riusciti a realizzare schermi per smartphone e tablet in grado di riprodurre immagini 3D senza l'utilizzo degli speciali occhialini.

Ricerche in tale direzione erano già state ma condotte ma il progetto aveva subito una battuta d'arresto per le difficoltà tecniche che rendevano incompatibili gli attuali sistemi 3D che gli schermi dei dispositivi portatili, ovvero proprio l'uso dei famigerati occhialini e la necessità di osservare lo schermo frontalmente. Ora queste barriere sono state superate. Vediamo come.

· Per evitare l'uso di occhialini (che filtrano la luce e producono immagini differenti per ciascun occhio; determinando nella visione d'insieme l'effetto 3D) i ricercatori della HP Laboratories sono riusciti a realizzare uno schermo formato da diodi che emettono luce con diverse angolazioni. Al momento sono possibili 14 diverse direzioni ma in futuro si potrà arrivare a 64. E' questo sistema che permette agli occhi di percepire la tridimensionalità dell'immagine.

· Queste fonti luminose multidirezionali hanno inoltre il vantaggio di poter essere percepite entro un angolo di 90° e fino ad un metro di distanza. La tridimensionalità sarà quindi percepibile fino ad un angolo di 45° fra gli occhi e il display. Si chiama effetto autostereoscopico (da cui si parla di display autostereoscopici).

Al momento questi schermi possono proiettare solo immagini statiche, ma nel futuro potranno gestire anche immagini in movimento.

Per ora nessuna grande azienda ha in mente la commercializzazione di questi display. Si dovranno ben valutare il costo di produzione e la capacità di migliorarne le prestazioni.

Ma è anche vero che la tecnologia fa passi da gigante nel giro di un batter d'ali e visto il successo di altre tecnologie 3D, (ad esempio per le stampanti) niente di più facile pensare ad un futuro prodotto di successo.

Nel team dei ricercatori è presente anche un italiano, Marco Fiorentino.

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