A corto di insulti? Ti aiuta un'app Android

Da alcuni giorni su Google Play un'applicazione per trovare l'insulto migliore. E il rispetto è sempre più un optional

A corto di insulti? Ti aiuta un'app Android

Qualcuno vi fa arrabbiare? Volete sfogarvi per un'ingiustizia? Adesso non occorre più scervellarsi per trovare un insulto adatto, il modo migliore per offendere il prossimo oppure, e sarebbe meglio, una soluzione più edulcorata per dire a qualcuno quello che pensate di lui.

Ci pensa un'applicazione di Android per smartphone a cercare la soluzione adatta. Già l'icona, dove fa (brutta) mostra di sé l'immagine di un dito alzato a scanso di equivoci su quale sia il contenuto del software, è tutta un programma.

La sconcertante novità, che si chiama appunto "Insulta i tuoi amici" è apparsa da qualche giorno su Google Play. La si scarica, si decide chi insultare e in modo casuale compaiono frasi, piuttosto scorrette grammaticalmente, che mandano a quel paese il malcapitato di turno. A cui, certamente, è possibile inviare davvero l'epiteto scelto tramite condivisione via sms o sui social network.

Alcune frasi sono anche simpatiche, ricalcando le perifrasi che alcuni comici esibiscono in televisione per rivolgersi a qualcuno durante le loro gag. Altre sono davvero deprecabili. Ma a lasciare veramente basiti nel giudicare un'applicazione che potrebbe ridursi ad un semplice scherzo tra amici, è la presenza tra le opzioni di scelta dei termini "mamma" o "sorella" dell'amico. In questo caso gli epiteti sono di una pesantezza e di una volgarità notevoli, e si può ben immaginare attorno a quale tematica possano ruotare.

Ed esiste pure una versione a pagamento, che probabilmente estende il campo e le opzioni di insulti possibili.

Android è veramente un bel sistema, e numerose applicazioni presenti in Google Play, il mercato delle App androidiane, sono di notevole utilità e davvero ben congegnate.

Ma di questa e di altre affini, certamente, non si sentiva proprio la mancanza. E viene da chiedersi come mai non ci sia una restrizione e un maggiore controllo dei contenuti.

Un tempo bastava una sgridata di un genitore, o anche di un adulto, a farci trovare un epiteto migliore per manifestare il nostro disappunto, se non addirittura a desistere. Era anche, in un certo modo, un esercizio per allenare l'elasticità della mente e arricchire il vocabolario con parole migliori.

Oggi addirittura veniamo incoraggiati da un'app nel caso ci mancassero le parole. Non stupiamoci più se, in molti casi, viene a mancare il rispetto.

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