Emoji: cosa sono e chi decide come introdurle?

Dai sorrisi al dito medio, dalle bandiere alle macchine: scopri come vengono introdotte le nuove emoji

Emoji: cosa sono e chi decide come introdurle?

Premessa: per poter considerare questo articolo utile, bisogna possedere uno smartphone, ma, per chi ancora possiede un Nokia 3310, può risultare comunque una lettura simpatica e interessante.
Avete presente le emoji? Sono tutti quei simboli pittografici, nati in Giappone negli anni '90, che si utilizzano nei messaggi e nelle mail; sono dei modificatori pragmatici che hanno diverse funzioni: attenuano richieste, sostituiscono parole, creano empatia tra utenti e tanto altro.
Ma chi decide quali emoji introdurre nella nostra quotidianità?

Consorzio Unicode: ecco chi sceglie le emoji

Che abbiate un Iphone, un Samsung, un Nokia o un qualsiasi altro smartphone moderno, disporrete sicuramente della tastiera emoji per mail, sms o messaggi di whatsapp. Negli ultimi tempi si sono aggiornate queste tastiere e sono stati introdotte diverse novità che hanno anche fatto discutere, basti pensare al dito medio.
Chi analizza, valuta e introduce le nuove emoji è il Consorzio Unicode, ente internazionale di aziende interessate alla interoperabilità nel trattamento informatico dei testi in lingue diverse.

Le modalità con cui vengono scelte le emoji da inserire sono grossomodo 3:

  • compatibilità: se un simbolo pittorico già diffuso non è stato ancora tradotto in Unicode;

  • frequenza d'uso: analisi dettagliata sul fatto che una emoji possa essere utilizzata o meno;

  • completezza: ad esempio, l'inserimento delle diverse carnagioni per quanto riguarda le faccine ha completato il "blocco" faccine che inizialmente erano solo di colore giallo.

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Il parere del presidente del Consorzio Unicode sulle emoji

Come ha dichiarato al NY Times, Mark Davis, dai suoi 63 anni di esperienza, ha dichiarato che predilige il linguaggio verbale a quello simbolico delle emoji, perché, nella maggior parte dei casi, non si creano fraintendimenti e non nasce la possibilità di imbattersi in diatribe interpretative.
Nel futuro, però, conclude Davis, il linguaggio emoji (che già ora ha una tastiera a sé) potrebbe diventare un vero e proprio linguaggio, come accaduto in Cina per gli ideogrammi.

Staremo a vedere :)

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